Economia Agraria
Lo studio dell'economia in agricoltura si distacca parzialmente dalle teorie generali dell'economia politica per prendere in considerazione alcune importanti peculiarità del settore agricolo. A cominciare dal processo produttivo agricolo che si presenta irregolare e stagionalizzato nel corso dell'anno. La produzione agricola è legata ai processi biologici che per loro natura sono in gran parte ciclici e discontinui nel tempo. Per seguire con l'importanza preponderante del fattore terra, a differenza di quanto avviene nelle produzioni industriali. Mentre un'industria occupa spazi modesti e concentrati, un'attività agricola si estende nel territorio ed è fortemente influenzata dal clima e dalla qualità del terreno. Le fasi dei processi produttivi agricoli hanno quindi una precisa collocazione nel corso dell'anno. Questa caratteristica determina lunghi periodi di inutilizzazione del lavoro e del capitale. Per quanto si cerchi di diversificare la produzione e di riallocare le risorse su diversi processi produttivi (es. coltivazione di più specie di piante) non si otterrà mai un processo produttivo continuo come accade nel settore industriale e manifatturiero. Fanno eccezione alcuni processi legati all'allevamento intensivo e alla trasformazione dei suoi prodotti finiti (es. latte, carne, uova). Alcuni concetti come catena di montaggio e specializzazione del lavoro in senso industriali non sono quindi applicabili pienamente anche in agricoltura. Un operaio impiegato in una catena di montaggio ripete sempre la medesima operazione fino a specializzarsi. Un lavoratore agricolo deve invece garantire flessibilità nel saper ricoprire diversi ruoli produttivi, una capacità che si acquisisce con l'esperienza e con lunghi periodi di tirocinio. Ultimo ma non meno importante fattore distintivo dell'agricoltura è la sua forte dipendenza dalle condizioni ambientali del luogo.